YOGA E ALIMENTAZIONE

2024-09-18 16:26

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YOGA E ALIMENTAZIONE

Ormai, nell’era in cui ci troviamo, è sempre più chiaro il fatto che noi non siamo solo un insieme di carne e ossa, ma siamo energia. Questa consapevolezza si radica oggi sempre di più grazie alla fine del Kali Yuga, ossia l’era più oscura, terminata da poco, e all’ingresso nel Dvapara Yuga, l’era elettrica, quella in cui ci troviamo. Molti sbagliano, ritenendo che siamo ancora nel Kali Yuga, ma Swami Sri Yukteswar, Maestro realizzato e fine astronomo, ha dimostrato, con i giusti calcoli, come oggi ci troviamo nell’era ascendente del Dvapara e afferma: “l’intelletto umano può quindi comprendere la materia sottile, ossia le forze elettriche e le relative proprietà che costituiscono i principi creatori del mondo esteriore”. Peraltro, la continua scoperta in campo tecnologico lo dimostra, nonchè le scoperte degli scienziati, da Einstien in poi, che confermano sempre di più ciò che lo yoga millenario afferma da sempre.



Uno dei modi per assimilare e riequilibrare la nostra energia è ovviamente il cibo.



Sebbene chi pratica lo yoga non abbia un obbligo verso determinate scelte alimentari, è anche vero che, praticando seriamente e purificando gradualmente il proprio corpo, in maniera del tutto naturale dovrebbe svilupparsi una maggiore consapevolezza anche rispetto al cibo, alla sua qualità e ai suoi effetti, non solo sul piano fisico, ma anche su quello pranico e mentale.



Questo aspetto non è di poca importanza, ma dovrebbe far riflettere, poiché, sebbene si sia molto attaccati al fisico (la parte che di noi conosciamo meglio e con la quale siamo maggiormente coinvolti) , secondo i rishi indiani, il corpo umano è in realtà il veicolo necessario per elevarsi da essere umani a esseri divini, quindi la sua salute (che passa anche dall’attenzione rispetto al cibo) non è fine a se stessa, ma è strumentale al vero scopo dello yoga, ossia la realizzazione del Sé.



Detto ciò, il cibo che ingeriamo è il veicolo fisico della energia, che ci aiuta a vivere. Basta pensare al funzionamento della fotosintesi clorofilliana, il processo mediante il quale la clorofilla cattura l'energia del sole, trasformandola in energia chimica, per comprendere che, quando noi mangiamo, ad esempio, una insalata, stiamo assumendo l'energia, che la pianta ha catturato e che il nostro corpo, a sua volta, sarà in grado, con la digestione e la assimilazione, di liberare al suo interno e utilizzare per la propria sopravvivenza. Quando mangiamo un cibo animale, noi attingiamo a quella stessa energia ( si pensi alla mucca, animale vegetariano), attraverso però un passaggio in più. Ciò non è di poco conto e richiede alcune riflessioni, che qui vengono solo accennate.



Swami Sri Yukteswar ha ampliamente dimostrato come l'essere umano, per costituzione fisica (lunghezza dell’intestino, conformazione della dentatura ecc),  e per gli organi dei sensi (se vediamo la carcassa di un animale non ci viene fame, cosa che accade davanti ad un piatto di fichi, ma generalmente abbiamo pena per la povera bestiola!!!), non è carnivoro, ma frugivoro, ossia predisposto a mangiare i frutti della terra (lo Swami intendeva, quindi, frutta, verdura, noci, cereali, ecc. ecc). 


Questo cibo è il più pulito, non necessita di passaggi ulteriori (l’ingestione da parte di un altro animale) e non contiene, dunque, a livello energetico niente di più che la sua energia pulita, di cui è esso stesso un veicolo. Viceversa, un cibo animale, a livello energetico, è impregnato della sofferenza dell’animale, che noi ingeriamo attraverso la sua carne. 


Questo concetto lo possiamo ben comprendere se pensiamo a come si trasforma il nostro corpo sotto l’effetto di emozioni negative, quali rabbia, paura, tristezza: cambia la voce, lo sguardo, ci sono tensioni muscolari. Tutto in noi diventa disarmonico, brutto e, quindi, contro la nostra vera natura. Tutte le nostre cellule si impregnano delle tensioni mentali, al punto che, se continuative, esse generano problemi di salute, sempre più difficili poi da eliminare (dolori, malattie croniche ecc). Come la nostra mente determina la quantità e la qualità della nostra energia e di conseguenza il nostro stato fisico, così accade a ciò di cui ci nutriamo, senza considerare il principio base dello yoga, ahimsa , ossia la non violenza, principio che Gandhi applicava anche rispetto alle sue scelte vegetariane.



Il cibo che viene consigliato è un cibo sattvico, puro, che porta alla calma mentale e di conseguenza alla salute del corpo.



A fini energetici e salutistici è anche molto importante non solo cosa mangiamo, ma anche come il cibo che ingeriamo viene trattato. A tale ultimo proposito, il cibo biologico è un cibo ricco della sua energia, poiché non ha subito un depauperamento grazie alla chimica. 


Sono stati effettuati in merito degli esperimenti molto interessanti. Sono state osservate al microscopio delle gocce contenenti particelle di alimenti di varia natura (verdura, frutta, legumi) cristallizzate. Sono state effettuate su di loro delle fotografie. Per ciascun alimento analizzato sono state messe a confronto le fotografie del prodotto biologico e di quello non biologico. Le foto dell’alimento biologico presentano un ordine e un armonia che è propria del Creato, mentre quelle dello stesso alimento non biologico presentano caos, disarmonia e bruttezza. Quando addirittura si vedono dei fiori a sei petali, cd “fiori della vita”, ciò significa che vi è un altissimo livello di energia.


La bellezza e l’ordine dimostrano come esista in natura una energia ordinatrice, ossia la capacità di organizzare un organismo in modo ordinato, di trasmettergli un ordine. Se questa energia è debole, l’ordine è presente, ma è debole, ossia non vi è la capacità di dare l’informazione all’intera goccia di cibo esaminata: in questi casi, nelle fotografie, si notano degli spazi vuoti , una disarmonia.



Ciò significa che, se ci nutriamo di cibo trattato, rischiamo di pensare di nutrirci adeguatamente, ma questa è solo una illusione.



Affinché si mantenga la capacità nutritiva, è anche essenziale la corretta cottura.



La lenta masticazione è altresì importante, affinché l’energia del cibo possa essere estratta per intero. 


 Non solo. Mangiare in modo consapevole ci rende grati per quello che abbiamo e ci dà modo anche di dare la giusta rilevanza a ciò che , di solito, riteniamo scontato: il lavoro del sole, dell’acqua, della terra, dell’aria, del nostro corpo e di tutti i suoi meravigliosi meccanismi, che ci consentono l’estrazione e l’assimilazione del prana, per garantire al nostro veicolo fisico vitalità e salute. Il pasto diventa un momento di nutrimento del nostro veicolo fisico, non di abbuffate veloci con cibi inutili e dannosi, che a fine pasto ci fanno sentire stanchi, letargici, oppure nervosi (e non ci rendiamo nemmeno conto del perché!!)



Importante, quindi, anche l’approccio mentale. Se mangiamo una insalata biologica, correttamente condita, ma in modo distratto e velocemente, con tensioni mentali, quali rabbia, tristezza, senso di colpa, oppure litigando con qualcuno, o guardando la televisione e magari qualche telegiornale con qualche notizia che ci agita, ovviamente tutto questo non potrà favorire il nostro benessere psico fisico.



Il nutrimento non è solo quello derivante dal cibo, ma da tutto ciò che entra in noi: ciò che leggiamo, vediamo, udiamo.



Lo yoga dona la capacità di diventare gradualmente Maestri di se stessi, anche in questo. 


Namastè.









Fonti bibliografiche:



La scienza sacra” di Swami Sri Yukteswar, edizione Astrolabio, 1993



L’energia invisibile negli alimenti. Bio e non bio a confronto”, Danzer, edizioni Bewusstes Dasein, Schlieren-Zurigo, 2015